“Oltre le colonne d’Ercole”
Verdi e Wagner alla mia maniera
“Oltre le colonne d’Ercole”
Verdi e Wagner alla mia maniera
Saggistica. Volendo una sinossi essenziale si nota il procedere per trittici: biografici, monografici, tre racconti, per Verdi; monografici, tematici, tre racconti, per Wagner. Poi un Epistolario impossibile. Se Verdi non fosse divenuto musicista che sarebbe stato? un contadino? un agronomo? Le svolte sono impreviste e Mazzini certo era limitato da una visuale ‘politica’. Cosa da cui Verdi poi sfuggirà. Dopo i cosiddetti anni di galera escono ininterrotti capolavori, non sempre pienamente compresi: “senza riguardo alcuno alla disposizione letterale del testo medesimo” — G. Tebaldini (1913) a proposito del Requiem.
Nei racconti, scritti da un autore che conosce a fondo le convenienze e inconvenienze teatrali, siamo nel campo del possibile: un calco ‘rossiniano’ tipo Un giorno di regno era invece un insuccesso organizzato, strano paradosso. Occorre davvero sacrificare il cuore perché “la nostra arte sia ancora più grande”? Se le figure verdiane nascono dalla realtà, o quasi, per Wagner è il mito a essere d’ispirazione, tenendo conto che “ogni leggenda nasce da una verità e tante leggende diventano verità”.
Un parallelo quindi è possibile tra i due sommi compositori, anche non divergendo, lettere perciò probabili. La domanda che Pierfederici pone all’inizio della prefazione è legittima, ma non preoccupante: seguendo il libro come una guida si incontrano cose nuove, dimostrando che la saggistica quand’è supportata da una costante ‘assimilazione’ diventa non solo informativa ma anche creativa.
Luciano Nanni
http://www.literary.it/dati/literary/nanni2/oltre_le_colonne_dercole.html
È stato recentemente pubblicato e presentato con successo l’eccezionale saggio “Oltre le colonne d’Ercole” – Verdi e Wagner alla mia maniera del musicista e scrittore Alessandro Pierfederici.
È un’opera che scaturisce dai convegni tenuti dall’autore in occasione del bicentenario dalla nascita dei due illustri musicisti. Già il titolo e l’immagine di copertina evocano quel confine estremo del mondo reale che si fa metafora espressiva di un transito verso l’ignoto. Verdi e Wagner, grandi maestri entrambi nati nel 1813, rispettivamente a Le Roncole nel parmense e a Lipsia, hanno vissuto esistenze simili e antitetiche al contempo: l’uno, ispirato dalla visione risorgimentale di una madrepatria unificata e dal grande amore per la musica, la cui eredità rimane nell’intensa potenza emozionale di opere liriche che hanno segnato un nuovo corso; l’altro, pervaso dai magnetismi degli antichi modelli greci e nordici, da cui desunse la creatività e i personaggi per la maggior parte delle sue opere teatrali.
Il saggio di Alessandro Pierfederici, con un implicante approccio letterario, sa appassionare anche coloro che non hanno una conoscenza tecnica della musica, perché interpreta profondamente i tormenti dell’essere dei due protagonisti. La scrittura si dipana dal Verdi giovanile al suo profondo senso di humanitas per la sensibilità della gente comune, fino alla grande meditazione sulla morte rappresentata dal Requiem; e dal mito al dramma musicale di Wagner, un universo di emozioni intrise di sapienza arcaica e fiabesca, dalla leggenda del Graal al “Tristan und Isolde”, tra ricordi della giovinezza e suggestioni storiche.
"Oltre le colonne d'Ercole" è un saggio ma anche un'opera di narrativa in quanto presenta aspetti biografici e contiene alcuni racconti e un originale "Epistolario impossibile" che riverbera immagini umane e stimolanti dei due maestri, insieme a un rinnovato sfondo della loro ambientazione storica e genialità proiettate nell’attuale millennio, quali il rapporto tra artista e politica, la distanza tra artista e pubblico e il suo ruolo nel contesto sociale. Pierfederici offre “alla sua maniera” un viaggio appassionato attraverso la musica che s'interseca con la letteratura, il mito, la storia, la filosofia, le religioni, l'esoterismo, la psicologia e, insieme a tutto questo, penetra nella vita del lettore.
Daniela Quieti